L'Etna vista da monte Kalfa. |
Domenica sera. Pasquale posta sul gruppo Facebook di una sua escursione a monte Kalfa. Qualcosa mi dice che Io lì ci voglio andare. Ci ragiono un po e mi ricordo che è il monte veduto in lontananza passando da Taormina, promessomi a più riprese di visitarlo.
Non tentenno, decido di andarci dopo aver fatto il punto delle cose da risolvere ed in quale ordine, non poche.
Prendo il pane di lunedì mattina dopo una serie di necessarie e rocambolesche scelte. Porto avanti il lavoro per il locale e mi faccio dare una mano da mio padre. Mi libero e parto per la piscina, strada facendo chiamo Pasqualino e gli propongo l'escursione al monte. Lui mi dice di Si ed è un piacere re-incontrarci.
Scappo a nuoto, finisco la lezione, e contatto Pasqualino. Finita la lezione un paio di telefonate in questa mia solitudine multimediale e torno a casa. Cena al volo, termino di preparare il borsone già iniziato in mattinata. Sembra esserci tutto.
Preparo i panini per l'indomani, apparecchio la tavola per la colazione e via a nanna. Resto in chat a parlare un po del più e del meno, ma nulla di che, non prendo sonno e la tensione accumulata in giornata è molta. Punto la sveglia e scopro di avere meno di 4 ore di sonno davanti. Male, stò tirando la corda ripeto tra me e me.
Suona la sveglia durante uno dei miei sogni confusionari, colazione, assemblo i pezzi finali dell'attrezzatura, scopro di essermi dimenticato gli occhiali da qualche parte ma riesco a rimpiazzarli con gli altri neri di riserva. Tutto a posto e macino strada con l'auto. Chiamo Pasqualino e lo informo del mio sopraggiungere presso il luogo dell'appuntamento.
Sono abbracci e sorrisi ed il nostro piacere di parlare e stare assieme che non si perde. Abbiamo strada da fare e punti da ricongiungere, è un piacere confrontarci e discutere, un grande.
Luogo dell'appuntamento a Messina, dopo vari giri e rigiri capisco che è vicino l'orto botanico. Pasquale arriva ed attendiamo il formarsi della comitiva. Ci riduciamo in un'unica auto e via, destinazione A18 uscita Taormina, con Pasquale che borbotta “è tardi”. Continuerà a borbottare per il resto del tragitto, interrompendosi solo durante l'escursione.
L'auto si arrampica per stradine sconosciute ma dalle caratteristiche a me note. Strette, curve a gomito, dissestate, alti dislivelli e sgangherate. Ho imparato a transitarvi bene quando stavo con Alù. Poi la scritta Mongiuffi Melia, la memoria non può che andare a Mona, una linea di tristezza mi prende, ma non vado a fondo, magari vedrò di affrontarla in un altro momento.
Il mezzo si arrampica al santuario della Madonna della Catena. Scendiamo e ci prepariamo.
Torneremo nel primo pomeriggio sul posto, dopo una bella escursione, ma non scevra di problematiche, una tra le tante i fuori pista di Pasquale, nati per accorciare, ma che macinano persone ed ossa.
Però bella :-)
Non tentenno, decido di andarci dopo aver fatto il punto delle cose da risolvere ed in quale ordine, non poche.
Prendo il pane di lunedì mattina dopo una serie di necessarie e rocambolesche scelte. Porto avanti il lavoro per il locale e mi faccio dare una mano da mio padre. Mi libero e parto per la piscina, strada facendo chiamo Pasqualino e gli propongo l'escursione al monte. Lui mi dice di Si ed è un piacere re-incontrarci.
Scappo a nuoto, finisco la lezione, e contatto Pasqualino. Finita la lezione un paio di telefonate in questa mia solitudine multimediale e torno a casa. Cena al volo, termino di preparare il borsone già iniziato in mattinata. Sembra esserci tutto.
Preparo i panini per l'indomani, apparecchio la tavola per la colazione e via a nanna. Resto in chat a parlare un po del più e del meno, ma nulla di che, non prendo sonno e la tensione accumulata in giornata è molta. Punto la sveglia e scopro di avere meno di 4 ore di sonno davanti. Male, stò tirando la corda ripeto tra me e me.
Suona la sveglia durante uno dei miei sogni confusionari, colazione, assemblo i pezzi finali dell'attrezzatura, scopro di essermi dimenticato gli occhiali da qualche parte ma riesco a rimpiazzarli con gli altri neri di riserva. Tutto a posto e macino strada con l'auto. Chiamo Pasqualino e lo informo del mio sopraggiungere presso il luogo dell'appuntamento.
Sono abbracci e sorrisi ed il nostro piacere di parlare e stare assieme che non si perde. Abbiamo strada da fare e punti da ricongiungere, è un piacere confrontarci e discutere, un grande.
Luogo dell'appuntamento a Messina, dopo vari giri e rigiri capisco che è vicino l'orto botanico. Pasquale arriva ed attendiamo il formarsi della comitiva. Ci riduciamo in un'unica auto e via, destinazione A18 uscita Taormina, con Pasquale che borbotta “è tardi”. Continuerà a borbottare per il resto del tragitto, interrompendosi solo durante l'escursione.
L'auto si arrampica per stradine sconosciute ma dalle caratteristiche a me note. Strette, curve a gomito, dissestate, alti dislivelli e sgangherate. Ho imparato a transitarvi bene quando stavo con Alù. Poi la scritta Mongiuffi Melia, la memoria non può che andare a Mona, una linea di tristezza mi prende, ma non vado a fondo, magari vedrò di affrontarla in un altro momento.
Il mezzo si arrampica al santuario della Madonna della Catena. Scendiamo e ci prepariamo.
Torneremo nel primo pomeriggio sul posto, dopo una bella escursione, ma non scevra di problematiche, una tra le tante i fuori pista di Pasquale, nati per accorciare, ma che macinano persone ed ossa.
Però bella :-)
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