lunedì 10 dicembre 2007

Tecnica di studio: Registrazione della spiegazione / stesura schemi .

Il mio lettore Mp3 / Registratore audio dal nome: MP3 AUDIO TWIN - 2GB.

Era un po’ che ci pensavo su, studiando facevo dei buoni schemi, ma al momento di ricordarseli nascevano i problemi. Lo schema di per se stesso ha un grande vantaggio: la sinteticità, ma esso stesso diviene uno svantaggio: difficilmente ricordi. Come risolvere questo problema? Integrare lo schema scritto con una fonte audio!

La tecnica consiste nel registrare la ripetizione della spiegazione dello schema mentre lo disegni / scrivi / spieghi, in modo tale che quando vai a ripeterlo, ti basta risentire l’audio con davanti lo schema. Così facendo quello struttura spettacolare / organizatissima che sono i miei schemi, assumono maggiore capacità di trasmissione informazioni, evitando di appesantirli con eccessive note, scritture ed appunti a bordo.

Come si può realizzare tutto ciò? Carta e penna, per la parte scritta. Per la parte audio un registratore digitale da piazzare nei pressi della sedia. Il file viene nominato con la data, l’ora e l’argomento spiegato, salvandolo in una appropriata cartella del PC.

Questa tecnica mi permette di ascoltare ( utile mezzo per chi studia ), di correggermi e di esercitare l’orecchio.

L’idea nasceva da una serie di considerazioni. La prima la ebbi registrando le lezioni dei docenti: La lezione spiegata poi veniva sbobinata, e la sbobinatura era una tecnica per portare su carta le informazioni audio . La seconda considerazione me la diede Peppe Neri, un collega, che un giorno mentre si ripeteva mi disse: Io registro le mie ripetizioni per poi ascoltarmi. La terza ed ultima me la diede un ministrante che seguivo, Stefano Cartesio, quando mi disse: Io per ricordarmi le cose registro un messaggio audio sul cellulare, punto la sveglia all’ora che devo sbrigare la commissione, mettendo come musica la mia nota vocale.

Il prodotto finale di tutto questo casino di cose sono le registrazioni delle spiegazioni dei miei schemi, dato che la parola scritta ha i suoi limiti, come del resto la parola parlata.

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