lunedì 22 settembre 2008

I conti, anche se del passato, si pagano .

Scorcio della “Piazza Grande” ove eravamo soliti parlare fino a tardi.

L’altro giorno mi sono soffermato a discutere con un caro amico del più e del meno. Tra gli argomenti toccati uno in particolare è sbucato fuori, con la solita spontaneità che hanno gli argomenti imbarazzanti che non si vogliono toccare, ma che alla fin fine ti ritrovi a parlarne. Si discuteva della comitiva condominiale, di come una realtà di ragazzi cresciuti fianco a fianco ed aperti a chiunque volesse aggiungersi, si è evoluta nel tempo.
Parliamo di amicizie che affondavano radici negli ultimi anni di scuola elementare e nei primi anni di scuole medie. Conoscenza e curiosità per chi sta nel tuo stesso condominio, possibilità di giocare assieme, ridere e scherzare. Potendo trasformare una occasionale partita di pallone in qualcosa di più periodico, come mangiarsi una pizza assieme, andare a mare, giocare al PC o a pallone, uscire assieme, le prime girate in motorino e poi le esperienze delle superiori.
Fintantoché ci muovemmo in un contesto para-infantile, cioè in un periodo in cui eravamo appena usciti dalle elementari e troppo presto per pensare solo alle ragazze, la comitiva tenne.
Quando si fecero i primi passi nell’adolescenza ed arrivarono le prime cotte per le ragazze ( arrivate perché mie compagne di classe ) iniziarono dei piccoli problemi, ma niente di preoccupante, dato che la voglia di giocare e stare assieme presero il sopravvento e tutto scorse via.
Nel momento in cui ci avventurammo nella fase adolescenziale “piena”, dove le cotte volevano dire amori ed ognuno muoveva i suoi primi passi nel terreno minato dell’amore, i nodi vennero al pettine .
La seconda ondata di “pilo” ( non me ne abbiano a male le lettrici perché sono sarcastico ), vide un paio di signorinelle dalla lunga lingua, inclini al parlare alle spalle, al complotto, a tessere e sfilare intrecci, amicizie, alleanze e conoscenze. In breve tempo si crearono tante di quelle tensioni, incomprensioni, male intenzioni che l’aria divenne irrespirabile.
Salutati gli ultimi rimasugli dell’adolescenza, con un’estate di maturità conclusasi con più cattiverie, litigi, battute acide ed infinite guerre che bei momenti, alcuni di noi cominciammo ( altri avevano già iniziato ) a fare rotta per lidi differenti, mentre altri iniziarono ad investire tutto quello che gli restava sulla comitiva.
Chi lo faceva per attaccamento, chi per difficoltà ad adattarsi, chi per amore o presunto tale. Colui che investì per questo sentimento, già da tempo aveva sacrificato l’amicizia per la ragazza, senza crearsi pudori, remore o dubbi. Il risultato finale fu che tutti, io compreso in capofila, si mise da parte, lasciandolo a se stesso e tirando ognuno di noi per la propria strada.
Trascorso un lustro dalle stronzate combinate dal Tizio, egli stesso cercò di riallacciare i rapporti ( me compreso ) senza chiedere scusa per le cazzate fatte, tra cui ricordo la prima di tutte: mancare di rispetto nei confronti degli altri. Lo feci cuocere nel suo brodo ed ogni tanto mi accorgo che in quel consommé ci sguazza bene e ce lo lascio, ma il mio amico in questione quando ne parla, ha l’amarezza in bocca per quello che ci sarebbe potuto essere e non c’è stato.
C’è sempre tempo per rimediare alle stronzate fatte in passato, basta chiedere scusa e i rapporti si possono sempre riallacciare, ma alla fin fine prima di riallacciarli ti devi mettere a saldare i vecchi conti. Sei fortunato se non ci sono interessi, ma questo è alla discrezione della bontà del creditore.

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