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Quando sei in chat, ciò che pensi lo devi scrivere, per cui l’intervallo di tempo che intercorre tra la formulazione del pensiero, la sua battitura ed invio, porta ad un allungamento dei tempi di comunicazione.
Se malauguratamente scrivessi a valanga ciò che penso, dopo un po avrei da una parte le dita che mi farebbero male, una serie di righe di soliloquio, e dall’altra parte una persone che neanche legge ciò che scrivo, perché si sente travolta.
Cosa ne esce fuori da questa considerazione? Che in chat si riproducono i passi fondamentali della comunicazione: pensare, formulare il concetto, esteriorizzarlo ( battendolo sulla tastiera ), inviarlo ( tramite il tasto Enter ), attesa della risposta altrui, la sua lettura e interpretazione. Le basi per comunicare ci sono, facile il fraintendimento perché il pezzo è spersonalizzato, ma mi ha permesso di capire quando me ne parto a soliloquio. Meno male che le cose si riesce ad impararle.
Se malauguratamente scrivessi a valanga ciò che penso, dopo un po avrei da una parte le dita che mi farebbero male, una serie di righe di soliloquio, e dall’altra parte una persone che neanche legge ciò che scrivo, perché si sente travolta.
Cosa ne esce fuori da questa considerazione? Che in chat si riproducono i passi fondamentali della comunicazione: pensare, formulare il concetto, esteriorizzarlo ( battendolo sulla tastiera ), inviarlo ( tramite il tasto Enter ), attesa della risposta altrui, la sua lettura e interpretazione. Le basi per comunicare ci sono, facile il fraintendimento perché il pezzo è spersonalizzato, ma mi ha permesso di capire quando me ne parto a soliloquio. Meno male che le cose si riesce ad impararle.
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