lunedì 9 marzo 2009

Un pensiero .

Li raccolsi e pensavo a lei.

Passa i decenni, ma gli strascichi delle cose buttate giù per la gola si fanno sentire. Sembrava esser passato tutto, ma credo di cominciare a pagare solo ora il conto di un problema non affrontato.
Era il primo giorno di scuola, e nel frugare con gli occhi impauriti tra i banchi di una scuola mai vista se non da fuori, tra volti mai incontrati, tra nessuno mai conosciuto, la vidi per la prima volta.
Bella come una dea, ne ricordo ancora il vestiario insieme a questo forte sentimento che mi si sprigionò in petto e non sapevo cosa fosse.
Ne provai a parlare con mio fratello, della strana sensazione che provavo in corpo, all’altezza della pancia, e fotuna volle che Claudio mi seppe indirizzare bene: Caro fratellino, mi disse, quello che provi è amore. Molto confuso e poco persuaso, provai a convivere con questo sentimento, ma il risultato fu un aborto completo.
Cercai di scoprire qualcosa su di lei, ma mentre provavo ad avvicinarmi, sentivo sempre di più la distanza tra me e lei, più cercavo di capire qualcosa da lei e più capivo che eravamo lontani.
Nel corso degli anni provai a più riprese ad avvicinarmi, per cercare di conoscerla, capirla, sentirla, parlargli ( facendo tante minchiate ). Il risultato finale era sempre lo stesso: una diplomatica freddezza dove non c’era spazio per i sentimenti.
Mhà… Cose strane che mi capitano..

Nessun commento: