mercoledì 15 luglio 2009


Prima e dopo .

Era il 25 di Maggio, quando mi si focalizzò un'idea che mi balenava per la testa: dare nuova vita alle cose buttate. Mi misi in strada e cominciai a camminare scorgendo negli angoli delle strade alla ricerca di ciò che altri avevano dismesso.
L'occhio mi capitò su un alberello morto e parcheggiato vicino ad un cassonetto. L'idea di riuscire a ridar vita a quei pezzi pronti a finire in discarica mi affascinò, la presi come una sfida, un viaggiare in posti che prima nessuno vi era stato. Riuscire a trasformare una cosa pronta ad esser gettata in un altro nuovo elemento, magari dotato di vita, o comunque che si può riutilizzare per alleviare la propria vita è come un viaggio nell'ignoto, lasci la forma nota dell'oggetto che hai di fronte a mano a mano che le tue mani e la tua mente lo scompongono e lo smontano vedi una infinità di vie possibili che quelle materie prime possono assumere nelle tue mani. In pratica veleggi verso la forma nuova dell'oggetto che hai tra le mani, con una destinazione d'uso magari completamente nuova e scoperta / suggerita all'occorrenza.
Presi l'alberello e lo portai in garage. Tagliai il tronco ed ottenni un paio di ceppi per ardere, presi le fronde e tagliatele minutamente ne ottenni dei ramoscelli per innesco fuoco. Tolsi la zolla di terra dal conchino ed ottenni due nuove cose: un conchino ( che utilizzo per mischiare terra e terriccio ) e della terra da mischiare con del terriccio. In ultima battuta dalle erbe che tolsi dalla zolla di terra ne feci del materiale biologico per concime .
Con un paio di ore di lavoro ed una inventiva senza freni, sono riuscito ad estrarre un bel po di roba da quel “rifiuto solido urbano”, lavoro ce n'è stato, problemi se ne sono presentati a bizzeffe, ma con i coretti strumenti ed utilizzo degli stessi, uniti all'inventiva, permettono di fare tante cose.

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