La sera del 1 Ottobre 2009 ero in auto, avevo preso lo svincolo di ponente e mi dirigevo per immettermi nell'asse viario di Milazzo. Come al mio solito lo sguardo mi cadde in direzione dei Peloritani che celano Messina.
Gli occhi si sgranarono nel vedere una muraglia di nubi avvolgere le vette dei monti, lampi trapassarla da parte a parte illuminandola come una grande insegna al neon di Time Square a New York (NB: quella dove i Newyorkesi festeggiano il capodanno) e non riuscire a distinguerne i contorni.
Mi dissi tra me e me:
Mio Dio, cosa starà accadendo lato Messina?
Di quella serata non ricordo altro, forse andai a fare compere alla Coop, o forse andai a rendermi una birra con amici, il fatto è che scivolai nel cuore della notte fino all'indomani.
Il giorno dopo accesi la TV per far colazione e nomi conosciuti iniziarono a scorrere su testate giornalistiche fuori orario: Scaletta Zanclea, Giampilieri , etc. Dissi tra me e me:
Ma io questi nomi li conosco.
Continuai a seguire le notizie e cominciai a capire quello che era accaduto nel lato Ionico della mia Provincia: La montagna se ne era scivolata a mare travolgendo case, strade, pali, auto e.. Persone.
Nei giorni successivi fu un susseguirsi di proclami, slogan, visite ed accuse. Ancora ricordo lo sconforto nel volto del Sindaco Buzzanca di Messina, mentre affannosamente camminava nelle strade stracolme di fango e si sforzava di trovare assieme a gli altri sindaci delle città/paesi colpiti una sistemazione agli sfollati.
La TV lanciò l'intervista all'assessore alle politiche giovanili di Messina che fu l'unica a dire chiaramente: Siamo di fronte ad uno sconvolgimento climatico e la nostra provincia ne è stata colpita.
Iniziò il walzer delle visite a Messina, addirittura mobilitarono l'AVIS Provinciale ed i rappresentanti di tutte le AVIS della Provincia a partecipare ai funerali di stato nella cattedrale di Messina coi labari di sede.
In TV giravano appelli altisonanti delle istituzioni, vuoti e senza concretezza, gente (poveretta) urlava “Silvio salvaci tu!!!”. Il Responsabile Nazionale della Protezione Civile scendendo dall'elicottero dopo aver sorvolato la zona disse “Siete degli abusivi”. Gli uffici tecnici del catasto locali si affannavano a far vedere le pratiche che gli edifici erano in regola, mentre ripetutamente girava nelle reti nazionali la scena della donna a cui avevano demolito la casa senza preavviso perché abusiva. In pratica fu fatta una grande caciara, dove c'era molto fumo e niente arrosto .
I giorni diventarono settimane e queste mesi. Le persone dei paesi colpiti furono sfollate negli alberghi della costa e vi rimasero per 5 mesi.
Una mia cara amica mi raccontò i fatti da lei vissuti e cioè che nel giro di poche ore sul posto era caduta una “bomba di acqua”, praticamente nel giro di poche ore si era riversata sulla montagna tutta la pioggia che precipitava in un anno. La montagna se ne cadde a pezzi, travolgendo con valanghe di fango tutto quello che incontrava, ingolfando greti di fiumi, torrenti, strade, sbocchi di mare, auto, persone. Il fondale del mare lato ionico delle aree interessate si ridusse a 10m per i detriti riversativi .
Poi venne il silenzio.
Le Tv non parlarono, le radio si azzittirono, i giornali non scrissero più nulla perché la gente si era “Rotta la minchia di quello che era successo a Messina” , fummo lasciati a noi stessi.
In quei giorni credevo che almeno gli artisti, magari Lorenzo avrebbe detto una parola, un pensiero, avesse scritto una canzone o un pensiero per i morti, la distruzione di parte di Messina e Provincia, ma nulla di nulla. Siamo buoni a dare premi, riempire lo stadio del San Filippo, il Teatro di Taormina e dare premi intitolati a “Rosario Livatino”.
Quando il 14 Luglio Lorenzo parlò di Rosario Livatino mi sentì meno solo nella mia isola, quando nelle settimane a seguire del 2 Ottobre 2009 Lorenzo e tutti gli artisti Italiani stesero zitti, assieme alle autorità italiane, lì mi sentii nuovamente solo, come sempre nella mia isola.
Siamo carne da macello ed impariamo da buoni Messinesi che qui lo stato non c'è, che ce la dobbiamo cavare da soli, che magari a chiedere un favore ad un capo-zona locale non è poi male, dato che lo stato è presente per le tasse, per dar posto ai funzionari di uffici che non danno servizi e per presidiare il territorio con le forze dell'ordine .
“Se siamo insieme domani è già qui”
“Se siamo lasciati soli domani non c'è mai qui”..
“Se siamo lasciati soli domani non c'è mai qui”..
Grazie ragazzi del vostro silenzio.
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