Spezzone tratto dal film “Il Commissario Montalbano, Tocco d'artista”.
- Salvo!
- Si?
- Hai sempre l'anima da poliziotto, eh?
- Eh.. Perché?
- Ti sei fatto dire da me quello che volevi, ma di te? Di te non mi hai detto niente.
- E che c'è da dire di me, non c'è proprio niente da dire. Ciao!
- Ciao Salvo.
In questa scena a due, abbiamo il piacere di vedere da una parte il personaggio del Commissario Montalbano, splendidamente interpretato da Luca Zingaretti, ed una Maria Bianca D'Amato nel ruolo del personaggio non protagonista Anna Tropeano. L'attrice interpreta il ruolo in maniera meravigliosa, data dalla sua precisione nell'assembleare idee, concetti, pensieri ed emozioni.
Questo spezzone di film nella mia vita personale l'ho visto girare e rigirare tantissime volte, tra amici, conoscenti, in facoltà, a lavoro, quando studio ed anche in famiglia.
Sopratutto nell'ambito dello studio e della famiglia, questa scena (qui perfettamente incorniciata ed interpretata) l'ho vista e rivista centinaia di volte. L'ho vista quando studiavo, rimanevo indietro per una serie di problemi assurdi che andavano dal tempo perso per raggiungere la facoltà quando si sarebbe potuto ottimizzare i tempi, all'assenza di libri cercati affannosamente e disperatamente pur di risparmiare £ 1'000, al tempo perso in aula quando invece serviva e serve tutt'ora della corsia, a rapporti familiari dove un componente invece di esserti fratello faceva e fa tutt'ora lo sbirro, indaga sulla tua vita, prende le informazioni per come e dove gli servono (come se si dovesse riempire un casellario giudiziario), per i suoi fini (alla fine dovrei essere quello “strano”), magari mettendo in ridicolo o svalutando gli altrui traguardi, successi, operati. Per poi uscirsene con frasi da perfetto sbirro: Non c'è nulla da dire su di me. Forse dall'altra parte bisognerebbe dire, che è meglio che non parli, ci sia silenzio, se no uscirebbe fuori una valanga di merda che seppellirebbe, dato che si preferisce predicare sugli altri e distogliere l'attenzione da se stessi.
Il bello del filmato è che ha un inizio ed una fine, che se uno Vuole può andare a vederselo e rivederselo, Quante C...o di Volte Vuole, sopratutto Quando Vuole. Peccato che io del mio filmato me lo sono dovuto vedere, rivedere, ri-rivedere, ri-ri-rivedere e stravedere anche quando non ne avevo voglia, quando avevo bisogno di altro, quando non lo volevo vedere, quando volevo vedere altro, quando avevo bisogno di una mano piuttosto che di un interrogatorio.
Oggi posso dire che di comportamenti da sbirri nella mia vita non ne voglio sentire l'odore. Se dovessero capitare e li riconosco, non è detto che sempre devo rispondere, che se ho deciso di parlare, posso pure decidere di non parlare, che la cosa è in entrambe le direzioni, è valida sia per A che per B, che se non voglio rispondere, non rispondo, che se gli altri hanno deciso di fare gli sbirri nella loro vita, io ho deciso di parlare, nel bene e nel male, con pregi e difetti che entrambi mi appartengono.
- Salvo!
- Si?
- Hai sempre l'anima da poliziotto, eh?
- Eh.. Perché?
- Ti sei fatto dire da me quello che volevi, ma di te? Di te non mi hai detto niente.
- E che c'è da dire di me, non c'è proprio niente da dire. Ciao!
- Ciao Salvo.
In questa scena a due, abbiamo il piacere di vedere da una parte il personaggio del Commissario Montalbano, splendidamente interpretato da Luca Zingaretti, ed una Maria Bianca D'Amato nel ruolo del personaggio non protagonista Anna Tropeano. L'attrice interpreta il ruolo in maniera meravigliosa, data dalla sua precisione nell'assembleare idee, concetti, pensieri ed emozioni.
Questo spezzone di film nella mia vita personale l'ho visto girare e rigirare tantissime volte, tra amici, conoscenti, in facoltà, a lavoro, quando studio ed anche in famiglia.
Sopratutto nell'ambito dello studio e della famiglia, questa scena (qui perfettamente incorniciata ed interpretata) l'ho vista e rivista centinaia di volte. L'ho vista quando studiavo, rimanevo indietro per una serie di problemi assurdi che andavano dal tempo perso per raggiungere la facoltà quando si sarebbe potuto ottimizzare i tempi, all'assenza di libri cercati affannosamente e disperatamente pur di risparmiare £ 1'000, al tempo perso in aula quando invece serviva e serve tutt'ora della corsia, a rapporti familiari dove un componente invece di esserti fratello faceva e fa tutt'ora lo sbirro, indaga sulla tua vita, prende le informazioni per come e dove gli servono (come se si dovesse riempire un casellario giudiziario), per i suoi fini (alla fine dovrei essere quello “strano”), magari mettendo in ridicolo o svalutando gli altrui traguardi, successi, operati. Per poi uscirsene con frasi da perfetto sbirro: Non c'è nulla da dire su di me. Forse dall'altra parte bisognerebbe dire, che è meglio che non parli, ci sia silenzio, se no uscirebbe fuori una valanga di merda che seppellirebbe, dato che si preferisce predicare sugli altri e distogliere l'attenzione da se stessi.
Il bello del filmato è che ha un inizio ed una fine, che se uno Vuole può andare a vederselo e rivederselo, Quante C...o di Volte Vuole, sopratutto Quando Vuole. Peccato che io del mio filmato me lo sono dovuto vedere, rivedere, ri-rivedere, ri-ri-rivedere e stravedere anche quando non ne avevo voglia, quando avevo bisogno di altro, quando non lo volevo vedere, quando volevo vedere altro, quando avevo bisogno di una mano piuttosto che di un interrogatorio.
Oggi posso dire che di comportamenti da sbirri nella mia vita non ne voglio sentire l'odore. Se dovessero capitare e li riconosco, non è detto che sempre devo rispondere, che se ho deciso di parlare, posso pure decidere di non parlare, che la cosa è in entrambe le direzioni, è valida sia per A che per B, che se non voglio rispondere, non rispondo, che se gli altri hanno deciso di fare gli sbirri nella loro vita, io ho deciso di parlare, nel bene e nel male, con pregi e difetti che entrambi mi appartengono.
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