giovedì 20 maggio 2010

Aeroacrofobia .



Definiscono Aeroacrofobia la paura dei luoghi aperti e alti .

La prima volta che vidi il film Shining ero poco più che un adolescente, mi spalmai sulla poltrona di casa dalla paura, mentre le primissime scene di apertura del film scorrevano:

Una ampia distesa di acqua, piatta, grigia ed immobile vista ad altezza sorvolo.

Proprio quell'altezza che permette di vedere le cose non in modo da delinearne i confini dello spazio visivo, ma da una quota ibrida dove i contorni dello spazio non sono visibili e si perdono ai bordi del campo visivo.
Dentro urlavo di paura, ed il dolore conseguente a questa emozione smodata si faceva strada tra le carni. Un' esperienza agghiacciante, dove al mio solito stetti zitto, vuoi per l'orario, vuoi perché ero abituato a non urlare perché davo fastidio.
Passarono gli anni, i decenni e la terapia. Chi mi stava affianco mi guardava con curiosità quando ponevo il problema di cosa era questa paura, più interessata a distogliere l'attenzione dal fatto che non sapeva che pesci pigliare, piuttosto che dire: non saprei. La cosa cadde nel dimenticatoio, forse un po troppo affollato dagli ultimi decenni di vita.
Trovai le parole per parlare di nuovo di questa paura un paio di giorni fa, quando una persona su Facebook condivise il link ad una immagine intitolata “Ataxofobia”. Il link è il seguente:


Cliccai sopra ed inizia a curiosare. Il link poi rimanda ad un Dizionario delle fobie a cui si può andare incontro. Il link del dizionario è :


Comincia a cercavi le parole strane inizianti per A e vi trovai la “mia” Aeroacrofobia, più che una fobia è una forma di paura bella ed intesa, aggiungo.
Oggi mi sono tolto un peso dall'animo non indifferente, so come chiamare una cosa, che contorni ha e che intensità ha. Un bel passo avanti se si pensa che prima non si sapeva cosa era, ne come si chiamava, ne che contorni avesse e che intensità portasse in grembo ad essa.
La vita va a avanti e noi con lei, per fortuna, aggiungo.

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