La fame di forchetta e la fame di lenzuolo si sono fuse, creando una sensazione finale di appetito scomposto e vorace .
Quando mi siedo a tavola apro la bocca ed ingurgito quello che c'è sul tavolo, non curandomi di come esso sia di gusto, di aspetto o la sensazione che mi da quando lo mangio, tanto meno mi interesso della conviviale accanto. Saranno stati i quasi 3 anni di lavoro dal pescecane che mi hanno portato a sedermi a tavola e sgraffignare alla prima occasione ciò che ho a tiro, metterlo in una bocca da riempire all'inverosimile e mangiarmelo come i ruminanti, oppure saranno le ripetute problematiche dal gel per condire ed agevolare od alle portate canoniche di cui potersi cibare.
Saranno stati i periodici no, forse la perdita di attrattiva verso l'altra parte del talamo, forse il troppo scatolame aperto e consumato, forse le troppe volte che sono andato al fast food o al ristorante, il fatto è che neanche ci penso su. Sono stanco di avere pensieri e/o discutere quando mi siedo sul talamo.
Voracità e stanchezza, hanno cucito una sensazione di fame dai connotati nuovi. Sarà che dopo l'ultima parestesia al volto parte del gusto della bocca se ne è andato a farsi benedire ed è come se ingerissi cartone in bocca. Ma il cartone non sazia, non ne sento il sapore, le virgole e gli angoli del piacere, il gusto pieno delle rotondità, l'aspro del fresco, il dolce del sensuale, il rotondo del formaggio, il fragrante del pane , ho come i sensi anestetizzati e la cosa mi butta giù, molto. Non riuscendo a percepire la sensazione di sazio ed appagato che mi aspetto dal consumare.
Già scriverne è un passo avanti, vedrò di approfondire queste sensazioni che mi mancano.
Quando mi siedo a tavola apro la bocca ed ingurgito quello che c'è sul tavolo, non curandomi di come esso sia di gusto, di aspetto o la sensazione che mi da quando lo mangio, tanto meno mi interesso della conviviale accanto. Saranno stati i quasi 3 anni di lavoro dal pescecane che mi hanno portato a sedermi a tavola e sgraffignare alla prima occasione ciò che ho a tiro, metterlo in una bocca da riempire all'inverosimile e mangiarmelo come i ruminanti, oppure saranno le ripetute problematiche dal gel per condire ed agevolare od alle portate canoniche di cui potersi cibare.
Saranno stati i periodici no, forse la perdita di attrattiva verso l'altra parte del talamo, forse il troppo scatolame aperto e consumato, forse le troppe volte che sono andato al fast food o al ristorante, il fatto è che neanche ci penso su. Sono stanco di avere pensieri e/o discutere quando mi siedo sul talamo.
Voracità e stanchezza, hanno cucito una sensazione di fame dai connotati nuovi. Sarà che dopo l'ultima parestesia al volto parte del gusto della bocca se ne è andato a farsi benedire ed è come se ingerissi cartone in bocca. Ma il cartone non sazia, non ne sento il sapore, le virgole e gli angoli del piacere, il gusto pieno delle rotondità, l'aspro del fresco, il dolce del sensuale, il rotondo del formaggio, il fragrante del pane , ho come i sensi anestetizzati e la cosa mi butta giù, molto. Non riuscendo a percepire la sensazione di sazio ed appagato che mi aspetto dal consumare.
Già scriverne è un passo avanti, vedrò di approfondire queste sensazioni che mi mancano.
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