Sabato 27 Luglio 2013 al Castello di Milazzo. |
Una sera, mentre
uscivamo con Antonietta, Stefania ed Alessandra, incontro il caro
Pippo Ruggeri che con la sua placidità e chiarezza mi espone
l'evento. Interessante, dico tra me e me. Faccio 1 + 1 e penso di
andarci con Alessandra. Mi espongo a Pippo e do la mia disponibilità,
penso che ad Ale farebbe piacere e potrebbe essere un qualcosa che
potremmo fare assieme e condividere.
Estendo l'invito a
Stefania ed Etta. La prima aderisce, la seconda molla bidone ( NB: la
solita bidonara ). Alessandra scopro che per la sera in questione non
c'è, nel frattempo Elena mi fa venire a sapere la sua passione per
De Andrè e la musica leggera in generale. Estendo l'invito anche ad
Ele e partiamo per il castello.
Presi posti e
sistematici, inizia la serata tra musica e testi di canzoni recitati
in prosa. La famiglia Culicetto ( padre alla tastiera e figlia
cantante ) hanno l'arduo compito di aprire la serata; lei con un voce
che ancora deve maturare ed un fiato corto di cui si sente il
risucchio ad ogni fine di strofa, lui troppo abituato a suonare in
chiesa da organista.
Passa la parola al
gruppo di Legambiente per introdurre i temi, la moglie di Pippo abile
nel parlare affronta il tema di De Andrè con organicità e
ponderatezza. Pippo dal canto suo affronta il tema sul campo umano
senza storpiare, arriva Fabrizio del '68 ed inizia uno sproloquio che
si protrarrà ad intervalli regolari per tutta la serata tra una
esibizione e l'altra.
E' la volta delle
muse che recitano i testi di De Andrè a poesia, una in particolare
al centro del palco legge con trasporto le righe, differenziandosi
dalle altre 2 o troppo ferree nel leggere o troppo caricate
nell'interpretare.
Arrivano cantanti
del comprensorio che si cimentano con i loro limiti sui testi, ma ci
sono i D'amico (padre & figlio) che suonano divinamente i loro
pezzi di De Andrè, oltre ad un meraviglioso Colapesce.
La serata già mi ha
cominciato a scocciare e vorrei andarmene, mi fa male il sedere .
Fortuna che c'è Stefania con cui mi sorreggo per affrontare gli
imprevisti negativi, ma dall'altro lato ho una Elena eccitata e tutta
presa dalle discussioni sulla cultura musicale di cui non brillo in
acume. A ¾ del concerto Ele scompare, restiamo io e Stè,
sbizzarrendoci a commentare e scherzare su gli ultimi malcapitati che
si espongono sul palco. Risate e scherzi, colpi ai fianchi e
vaffanculo riescono a farci tirare fino alla fine.
Scattano gli
applausi e siamo i primi ad alzarci, abbiamo fame e vorremmo papparci
un kebab. Giriamo la proposta ad Ele, ma tutta presa ci deve
raccontare di un ragazzo che vive male la cotta che ha per lei, fa
orecchie da mercante e ci aggreghiamo ai sui amici: Annalisa, l'ex
zito di Manuela ed un ragazzo che vedevo con Emiliano.
Arriviamo a morsi e
spizzichi al monastero e mentre Io & Stèphy vogliamo andare a
mangiare, gli altri non ne hanno per nulla voglia. Ele prova una
mediazione, prendiamo qualcosa dai gazebo di Famulari; Io dopo
l'esperienza della sera prima con il pitone a mappazza di pasta nello
stomaco preferisco cambiar aria. Restiamo che ci vediamo dopo aver
finito.
Rotta per
Vaccarella, tra battute, risate, spiegazioni e confronti con la
Stephy guadagniamo un bel posto dal Kebabbaro, inforcati gli
stecchini inizia la guerra per intingere le patatine nelle salse,
mentre i panini cadono a pezzi sotto i miei morsi tra le risate di
entrambi.
Tornati al borgo
rintracciamo Ele. Nel cercarla nella scalinata un dubbio mi nasce
alimentato dalla stanchezza: Non è che sono seduti in un locale e
passiamo le 2 di notte prima di tornar a casa? Provo a smorzare le
ipotesi con Stephy, magari è qui sulle scale, ci aspetta e ce ne
andiamo; oppure hanno finito e ce ne andiamo subito.
No, sono seduti al
tavolo e consumano. Una cappa di fumo ci accoglie sotto il telone, la
gola mi brucia, fortunatamente con Annalisa riusciamo a parlare di
cucina arabo-mediterranea. La ragazza ma incede come un caterpillar e
fa sfoggio della sua cultura. Ascolto ed annuisco, senza colpo
ferire, provando un attimo a dire la mia sull'elaboratezza della
cucina mediterranea, ma vengo subito fulminato da lei. Mamma mia..
L'ex zito di Manuela
rompe lo schieramento, dopo una curiosità morbosa per i falsi
positivi sviluppata da Elena, riferisce di voler andar a casa. Io
colgo l'occasione dopo aver dribblato un Peppe Smedo incuriositosi
del mio passato corso di laurea ed una Annalisa incuriosita da “Sei
Dottore?”. Basta! Voglio andare a casa. Carico l'auto e vado a
portare Elena a casa, alla quale si aggiunge Annalisa che continua a
fare outing .
Un particolare,
mentre parla un forte accento spagnolo si fa strada spinto dalla sua
stanchezza. Chiedo delucidazioni e mi imposta un discorso sulla sua
pregressa volontà di voler nascondere deliberatamente l'accento; il
particolare mi inquieta e mi ricorda perchè all'epoca me la facevo
alla larga da questa persona, mi sembrava falsa. Ad anni di distanza
confermo la prima impressione di falsa, perchè una persona che vuole
nascondere un particolare di se che poi di sicuro riemergerà, non è
che volevo averci a che fare.
Il bus Berti lascia
Elena a casa, Annalisa alla sua magione ed il piacere di tirare le
somme della serata con Stephy si fa strada, mentre parcheggio sotto
casa sua e ci salutiamo.
Appoggio la testa al
cuscino che sono quasi le 3 e tra me e me mi maledico, domani, cioè
oggi sarà una giornata difficile da smaltire.
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