sabato 6 maggio 2017

Strategia .


Non solo nei giochi .



Ragazzino, scopro Civilization di Sid Meyer's ed è amore a prima vista. Da tempo cercavo un gioco strategico ad ampio respiro, con possibilità di espandere il gruppo gestito ed utilizzare tattiche per vincere.
La strategia seguita prevedeva lo sviluppo commerciale all'inverosimile, assieme al forte sviluppo tecnologico. Costi quel che costi, c’era da costruire le meraviglie del mondo per primeggiare, ma anche per averne vantaggi nel pratico. Scoprire il più possibile la mappa e magari cercare di scambiarla con altri ( non ricordo se l'opzione era possibile in CIV I), comunque l'obiettivo era vincere.
Ma un vincere non in maniera subdola, ma ragionata, nascosta, velata, non far vedere, celare il più possibile, fare in disparte, semi clandestino, per paura di essere scoperto, di essere interrotto e se ciò accadeva era un resistere ad oltranza sulle postazioni.
Celebre una partita in cui mi ritrovai a seguire la mia solita tattica con il popolo francese. Convinto che la vittoria era in pugno, visti i miei sviluppi discreti in campo economico, i non grossi sviluppi topografici, industriali e sul commercio mi ero dedicato a scambi con la piccola Cina, di lì a poco conquistata. Conseguenza fu la perdita di una grossa fetta di rimesse economiche dalle esportazioni.
La terra a disposizione non era molta, per cui le città le avevo fondate su territori striminziti e frastagliati in numerose isole disseminate ai quattro angoli. Durante un impeto sub – coloniale fondai nuove città, ai margini della mappa e su isole ancora più distanti e lontane, fino a dove prima non avrei piantato una fava. Vuoi la necessità di crescita, la necessità di monitorare parti di costa su cui periodicamente sbucavano incursioni dei famigerati Russi; il punto fu che riuscii a tirar fuori la stoffa e  Resistere.
Resistetti per un bel pezzo e riuscii a salvare diverse partite. Questo mi permise di procedere al caricamento di turni passati della medesima partita, in modo da poter tornare indietro nel tempo e cercare sviluppi  differenti quando mi ritrovavo in cul de sac di gioco: troppo debole, invaso, avversario troppo forte, bombardamenti nucleari. Cercai tutti i modi per non perdere.
Ad un certo punto il gioco diede i numeri. Non ne voleva più sapere di andare avanti, la partita si fermò proprio quando decisi di usare la strategia del “dividi ed impera”. Praticamente attaccai con tutte le mie forze la capitale della seconda superpotenza, in modo da ottenere due mezze super potenze. La strategia funzionava, ma il gioco in maniera curiosa si fermò e non ne volle più sapere di andare avanti.
Ora mi pongo un quesito: ma tutta quella maledetta capacità strategica, dove CAZZO è finita? Un briciolo portarmela nella vita reale no? Ne serve e come, sul lavoro, sullo studio, con i rapporti umani e con chi hai accanto. Serve tattica e Passione; se no il tutto si riduce ad una serie di inutili stratagemmi.
Ovviamente Stalin aveva sembianze paterne ed un parallelismo tra gioco e vita reale scatta..

L'immagine appartiene al rispettivo proprietario.

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