Era il Maggio dell’anno scorso, quando salii al paese di mio padre. Tra le tante persone ritrovate, ecco che spunta il mio caro e buon vecchio Jacopo. Baci, abbracci, saluti ed una idea comune: Una giornata da universitario a Firenze!
L’idea è stata buona, giriamo la facoltà di Medicina Fiorentina ed è tutta un’altra musica, un altro posto, un altro modo di ragionare.
Giunge l’ora di pranzo e la pancia inizia a brontolare, dove si pappa? Chiedo a Jacopo, sottolineando l’idea di andare in un posto tipico fiorentino. Al grande Jacopo viene la felice idea di portarmi in una salumeria dove ci rimpinziamo di panini al prosciutto crudo di cinghiale, cervo e focacce. Per chiudere una porzione di Cecìna.
Gusto inconfondibile di ceci, in una teglia rotonda di rame ben oliata si versa l’impasto liquido a base di farina di ceci, si mette in un forno al legna ben caldo e si gusta calda con un filo d’olio e una spolverata di pepe nero. Buonissima !
Dicono che fu importata da Genovesi, dato che loro facevano uso di farina di ceci ed insegnavano alle genti con cui venivano in contatto commerciando, ad utilizzare questa farina preziosa dai mille utilizzi. Uno per tutti, a base di farina di ceci oltre alla cecìna : le panelle!
W la Toscana e W la Sicilia!
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