venerdì 21 settembre 2007

Kalanchoe daigremontiana.

La mia pianta dal nome strano .

La prima volta che la vidi, erano due ramoscelli buttati per terra vicino alla spazzatura. Abbandonati per giorni interi sotto il sole estivo, neanche raccolti dai netturbini, mi fecero compassione e li raccolsi portandoli a casa.

Messi a mollo per una notte, l’indomani li piantai in un vasetto. Nel giro di pochi giorni rinvennero. Era l’anno in cui aggiungevo fondi di caffè alle piante a foglia verde e carnosa, ne misi un po’ anche a loro. L’acqua non gli mancava, il concime c’era e l’illuminazione solare era buona.

Nel giro di 2 anni, delle due, quella che ebbe il sopravvento sull’altra mi fece un ciuffo grande come un pallone da calcio di campanule pendenti arancione. Fiori belli, ammirati da tutto il palazzo, un po’ ,meno da mia madre a cui la pianta non esalta molto.

Morale della favola la pianta si sviluppò cosi bene ed abbondantemente che una dovetti buttarla, della seconda presi solo la parte in cui si biforcava in tre, la tagliai abbondantemente, presi un conchino molto più capiente, la conciami e in meno di 6 mesi ha ripreso vigore ed è cresciuta nuovamente.

Bella più che mai, spero che faccia il suo bel fiore nuovamente, ma è peste, si riproduce con delle "mini piantine" che si staccano dalle foglie appena le tocchi, bombardando il terreno sottostante. Le mini piante kamikaze hanno una vitalità spaventosa, crescono praticamente ovunque e se non stai attento ti infestano le conche vicine.

Quando la presi no nera un bel periodo, avevo bisogno di attaccarsi a qualcosa, mi attaccai alla pianta e la curai. Non sapendone il nome scientifico la chiamai “pianta della depressione”, perché anche lei non se la passava tanto bene ed era stata buttata via.. mi accorsi un po’ di tempo dopo che sarebbe stata invadente e difficile da scrollarsela di sopra.


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