Pensavo di esaurire l’argomento in un post, ma mi rendo conto che siamo arrivati a quota 3…. E non so se finisce qui.
I modi con cui la Rabbia può manifestarsi sono vari, potrei suddividerli per gruppi e neanche definirli tutti in maniera precisa, dati i tanti e vari modi di manifestarsi, personali e di terzi.
Il primo gruppo è quello delle reazioni incontrollate, il soggetto inizia a rispondere allo stimolo iniziale in maniera inusuale, fuori dai canoni, anormale. Della risposta / reazione perdi il controllo, come se un’altra / o prendesse il comando, facendo cose che prima non facevi, gli dici di smettere e lui continua imperterrito, come se la cosa gli fosse sfuggita dalle mani.
Il gruppo delle esplosioni di Rabbia, è molto simile alle “reazioni incontrollate”, ma qui abbiamo dei movimenti ( tutto può essere ricondotto a movimento di segmenti corporei dal parlare al defecare ), improvvisi, di una intensità enorme, per cui gli stessi schemi motori quale la carezza e lo schiaffo si soprappongono, degenerando il primo ( carezza ) in una intensità tale da portare verso lo schiaffo, improvviso, acuto, intenso… doloroso.
Può esserci come una forma di esplosione quale il camminare che degenera in corsa. Anche in questo caso, lo schema motorio è lo stesso, i segmenti corporei degli arti inferiori da muovere sono sempre gli stessi, ma cambia la frequenza degli atti motori, ovvero dei passi. Le falcate aumentano di numero per minuto ed aumenta la velocità di viaggio.
Esempio, giocando e passando la palla ad un compagno di squadra, se questo è arrabbiato per i cazzi suoi, si prende la palla; inizia a correre senza meta per il campo, si dribbla il primo, il secondo, se poi riesce a superare il terzo se non lo ha stoppato, si perde nel momento finale di maggiore concentrazione quando devi prendere la mira e cestinare il pallone, a quel punto la rabbia sua ha trovato una forma di sfogo, la tua squadra ha perso la palla e si deve ricostruire tutto daccapo.
Fa parte del gruppo esplosione la risposta verbale urlata. Puoi dire le più profonde verità della vita, le sottigliezze di un acume intenso, spiegare i meccanismi più complicati, le malefatte più stronze, i soprusi più pesanti, ma se nella discussione inizi ad alzare il tono della voce ( intensità del suono maggiore riconducibile ad un aumento della contrazione muscolare dei muscoli della fonazione ed inspiratori ), il discorso degenera, la rabbia lo inonda e tutto si può buttare nel cesso. Ti rivolgi a terzi con il tono alto, urlato, smorfia facciale con un volto contratto, gli altri ti girano le spalle e tu te la suoni e tu te la canti sta “Rabbia”. Nasce la domanda: in occasioni simili è meglio esplodere o no?
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