sabato 13 maggio 2017

Come un ...

Ulivo .
Da un po di tempo cerco di alleggerire la mia vita, butto, dimentico, scordo, metto da parte, scrivo, leggo, provo, evito problemi, di entrare ed avviare discussioni, cerco di dormire regolare e svegliarmi in modo ordinato, cerco di ricucire pezzi di me stesso, cerco di allontanare le persone negative, provo a far spazio, sfoltisco.
Avevo già affrontato l’argomento in modo fugace, in un post “Teoria del cassetto”, ne continuo l’idea in questo scaffale aperto nel mio blog.
La sensazione è come di perdere pezzi non più miei, far cadere o perdere parti che non mi appartengono e cercare di concentrarmi su altro, magari meglio, forse migliore o comunque nuovo.
Un po come fa l’albero di ulivo, lascia morire i pezzi di se stesso morti, li fa marcire, senza però intaccare il suo midollo, continua a crescere, a sviluppare, alternando zone piene a zone vuote, ovviamente contorcendosi e non essendo lineare, ma d’altronde, quando mai la vita è stata lineare o semplice?
Meglio farmi ulivo contorto, alternante pieni a vuoti, punti in luce a punti bui ma vivo, che una tavola di frassino piena e lineare ma morta. 

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