Tra le mani di mio padre si può apprezzare il frutto di mezza giornata di raccolta: capperi alla capiciana. Il nome scientifico della pianta è Capparis spinosa, mentre il nome comune è Capperara, in siciliano Chiapperara. Della pianta si raccolgono i boccioli piccoli e teneri detti tapini o alla siciliana “‘a chiappera”.
Localmente abbiamo un modo tutto particolare di raccolta dei frutti, alla Milazzese o come preferisco io alla Capiciana ( abitanti del Capo di Milazzo ). Il metodo consiste nello staccare dalla pianta il germoglio insieme all’ultima foglia tenera, metodo che ci differenzia dagli altri luoghi, dove per lo più si raccoglie solo il baccello, come nelle vicine isole dove si prendono pure i cetriolini, o zucchette, o alla siciliana cucunzi .
Il raccolto viene messo a mollo in acqua dolce per 5 / 6 giorni, in modo perda il forte odore. Mio padre ha fatto l’operazione nella lavanderia e nei primi giorni è diventata una piccola camera a gas, dalle forti esalazioni provenienti dai capperi. A intervalli di 2 o 3 giorni si cambia l’acqua fino a quando il colore verde smeraldo tipico del cappero lascia il posto ad un verde militare, con il gambo ormai tenero al tatto. La parte successiva è la salatura, ma ancora ci devo arrivare… ;-)
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