lunedì 19 gennaio 2009

Olive .

Quel che resta delle olive alla calabrese.

Ieri mentre con Davide si pasteggiava a salame tipo Sant'angelo, provola sfoglia di Floresta, lardo al peperoncino qb con un filo di pancetta affettato, pane di Floresta ed il tutto annaffiato con del Nero d'Avola Torre dei Venti, mi sono ricordato delle olive alla calabrese in sacca e le ho messe sul desco.
Eravamo seduti sul crinale di una montagna, dalla quale si dominava un paesaggio di vallata invernale che spaziava da Floresta a Randazzo, con l'Etna innevata e le sue bocche di fuoco secondarie dominanti la scena.
L'argomento della discussione è caduto sulle olive ( da me sbadatamente dimenticate ) e sulla passione condivisa per il frutto. Condite, semplici, nere greche, in salamoia, passuluna ( che si avvizziscono addolcendosi ), praticamente in tutte le maniere.
Le migliori olive per entrambi erano e rimangono quelle preparate e vendute dalle zie di Davide, nella storica bottega del Capo di Milazzo delle “ Signorine ”. I loro cavalli di battaglia erano le “olive verdi condite” e le “olive nere greche”, delizie del palato, che si sposavano perfettamente con gli insaccati per i panini imbottiti.
Da qui nasce una considerazione personale: La rievocazione di un evento passato, è piacevole, ti permette di riassaporare le emozioni sentite in quel momento.
C'è da aggiungere un altro particolare. Il momento passato, insieme a tanti altri, sono stati come piccoli momenti che andavano a cesellare e ad abbellire un momento più grande vivo di presente ( mentre scrivo passato ), in cui spettacolarmente ci siamo inerpicati per montagne, avventurati per boschi, camminato per strade costeggianti torrenti, rotto per curiosità lastre di ghiaccio simili a vetro, goduto di paesaggi mozzafiato, parlato con gente del posto e tra noi di vita quotidiana con i rispettivi problemi, corse di una 600 Vs fuoristrada ( Cavallo pazzo & Batman ), visto 2 cavalli liberi neri prati che si rincorrevano ( 1 maschio l'altro femmina e capirete cosa voleva fare il maschietto ) e tantissimi altri momenti stupendi di presente.
Per cui rievocare i momenti belli del passato è una cosa piacevole, se momenti belli non ce ne sono stati non c'è nulla da rievocare, ma comunque vada il momento di rievocare è un momento finito e definito colto tra due momenti di un inizio ed una fine, mentre intorno ci deve essere un presente vivo e spettacolare. Se no si rischia di giocare al Dott. Frankenstein, dove il momento presente è morto e svuotato, il cui unico obiettivo è riempirlo all'inverosimile di momenti passati.
Se i momenti passati per i rievocatori sono piacevoli, che facciano pure, ma se per me i momenti passati sono spiacevoli, io che ci faccio ? Mi fracasso i coglioni tutta la serata, giornata, pomeriggio o qualunque intervallo di tempo dedicatovi, mentre il presente scorre via? E a me quel tempo trascorso così chi me lo restituisce? Degli altri momenti di frenetica rievocazione ? Ma dai..
W il presente e che il passato sia bello o brutto che sia trascorso.


Nessun commento: