sabato 24 gennaio 2009

Profumiera 04 .


La tipica ragazza italiana.

Sulle note della canzone “La Tipica Ragazza Italiana”, torno su un argomento da un pizzico di tempo lasciato in disparte, e cioè la “profumiera”. Quarto capitolo della serie in cui cari lettori affronteremo un punto: Gli accessori .
Elementi del vestiario non indispensabili, superflui e non necessario, definiti per l’appunto accessori, diventano per la profumiera elemento indispensabile per mandare segnali di se ed attirare l’attenzione, un po come quando si lanciano le esche per i pesci.
Partiamo dalla borsa, firmata e griffata, arriva prima lei che la proprietaria. Ostentata con un porla in primo piano alla visione dei presenti, magari piazzata sul tavolo del bar quando si siede, o messa in bella mostra mentre si appoggia al bancone o alla cabina del telefono. Sta ad indicare un messaggio visivo di invito a prender visione di lei .
Poi ci sono i gioielli a patacca, grandi e vistosi. Il più delle volte bigiotteria in vista, il cui obiettivo è creare un gioco di illusioni e immagini. Per esempio si può ricorrere ad un vistoso ciondolo cadente precisamente nello spazio del seno e mostrato con un doppio fine: da una parte portare lo sguardo in zone private, in modo da inebriare la vista; in seconda battuta ampliare con un gioco di contrasti, luci e ombre il volume delle coppe, sempre con l’obiettivo di bombardare con segnali visivi.
Arrivano poi gli occhiali. Grandi, grossi, vistosi, dalle lenti nere incorniciate da montature sgargianti e vistose, dove le stanghette si fondono con le lenti coprenti gli occhi al fine di creare una maschera subacquea avvolgente lo sguardo da ogni dove. Anche se sera inoltrata, la profumiera indossa l’accessorio, al fine di trincerarsi al suo interno, vedere ma non esser vista, scrutare, osservare senza che l’altro se ne accorga, volendosi posizionare in una condizione di superiorità, da cui poter inebriare l’altro ma senza esser coinvolta.

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