Pag. 6 di “Milazzo
Diario di Viaggio”.
“Il ragazzo che
ci guida, lui che è stato così cortese da prestare il proprio
cappello alla mamma, racconta una storia che ha a che fare con la sua
famiglia. Mi intenerisce, un po commuove. Sta dando a tutti noi,
gratis, qualcosa che gli appartiene e ne apprezzo la generosità.”
La storia è la
seguente:
I miei nonni,
sposini novelli, scesero a mare alla cala della “Rinella”. Vuoi
per star da soli, vuoi per passare la giornata a mare, vuoi per
altro. Scendere per i due fu facile, forse mia nonna era gravida di
zio Nino e la passeggiata gli sarebbe servita per facilitare il
parto. Una volta giunti in spiaggia e goduto il posto, non riuscirono
più a trovar modo di risalire. Fu lì che il nonno dovette urlare,
far gesti ed attirare l'attenzione dei pescatori che transitavano di
lì per venire a farsi prendere e poter finalmente abbandonare la
cala.
La storiella la
raccontai in quel 19 agosto del 2013, quando con l'associazione AMA
Camminare in Sintonia mi trovai a condurre un gruppo per la
Fondazione Lucifero. Eravamo nei pressi di punta Mazza, dopo aver
fatto capolino ai resti della baracca preistorica. Mi venne spontaneo
raccontare la storiella ai partecipanti, un po come Pippo Napoli
raccontava le sue radici storiche ai visitatori del Castello di
Milazzo ed un po per esercitarmi all'arte oratoria del conduttore di
gruppo.
Quel pezzo donato
quel giorno, mesi dopo, me lo ritrovai servito davanti, da
un'angolatura diversa e neutra. La cosa mi scombussolò un po, ma mi
ritrovai un feed-back di una mia parte che presa nelle giuste dosi è
una virtù, ma se abusata diventa una piaga dolorante: la generosità.
Diciamo che da
quell'occasione in poi la mia generosità cerco di custodirla e
metterci un freno. Non sempre porta cose buone questa virtù.
Nessun commento:
Posta un commento