La sera del 21 luglio, Milazzo si è vestita del suo più bel abito da sera ed ha sfilato con la sua notte bianca. Luci, persone, locali e negozi aperti, bar pieni di gente, musica ad ogni angolo, artigiani che mostravano le loro mercanzie e lavoravano sotto gli occhi dei passanti, ma il cuore mi è stato rapito dalla pescheria.
Piena di luci, i banchi adorni di suppellettili di mare, reti, conchiglie e soprattutto la mostra fotografica dei fotografi Aloi. Con occhio critico e gusto del particolare, sono riusciti a cogliere le espressioni dei volti ( e direi anche l’animo ) dei frequentatori della pescheria. Persone comuni che incontri per la strada, saluti, con cui incroci gli sguardi, ma che quella sera, abbelliti dalle stampe in nero ( che adoro) e dalle forti luci che riflettevano sulle mattonelle bianche dei muri, assumevano tinte diverse, quasi magiche, a voler lasciare la vita quotidiana ed essere immortalati in delle piccole opere d’arte da consegnare al tempo.
Tra le foto in pescheria c’era pure il ritratto di mio nonno. Con il suo sguardo tra il sorpreso e lo scontento, tra il riso sardonico ed il pianto, con l’occhio fisso sulle cose ma vivo come quello di un ragazzino pieno di vita, con il suo abito bianco estivo e con l’inseparabile capello di vimini in testa che gli fa tanto l’aspetto da americano. Quando l’ho vista mi sono cadute delle lacrime di gioia nel vederne oltre al ritratto del volto, la sua espressione inconfondibile disegnata . Quanto gli voglio bene!
Nessun commento:
Posta un commento