giovedì 29 gennaio 2009

Fretta .



Quando nel far le cose ti prende la fretta, l'obiettivo che vorresti raggiungere si allontana.
Sei in preda ad emozioni quali: rabbia, dubbio, rancore ed ansia, che ti mordono il cuore e non lo lasciano più. 100 idee ti passano per la testa e 1000 soluzioni ti si presentano, ma davanti a così tante opzioni giocoforza non riesci a scegliere e resti fermo al bivio.
Converrebbe una precedente programmazione degli eventi. Quella necessaria per grandi linee, dove ci dedichi 5 minuti abbondanti prima di tuffarti nelle cose, dove stacchi la spina da tutto e tutti, dove il tuo superiore parla e tu manco lo ascolti ( anche perché se è una cosa importante non la affida ad una sola nota di comunicazione ) e sei concentrato sulle tue cose. Le vedi muoversi, assemblarsi, risolversi, prendere senso e ragione, ma tutto per grossissime linee, quasi offuscato e poco chiaro, ma che riesci a scorgerle.
Programmazione dove il beneficio dell'inventario è garantito e presente, ma ti permette di vedere l'obiettivo da raggiungere anche se dai contorni offuscati. Dove programmi ma ti prendi per il culo tra te e te dicendo che la cosa la faccio ma non muore nessuno se arriva un imprevisto e la rimando, o la metto in secondo piano, dove però tutto questo ti permette di vedere l'obiettivo da raggiungere.
Ma attenzione! Parlare già di una riflessione portata a gli estremi ( pensare e non agire ), un pensiero troppo profondo ( da cui non si riesce più a venire a galla ), insieme ad una risolutezza dell'azione ( ci vuole il suo tempo e pratica con conseguenti errori ), è ancora troppo presto e controproducente.
Per cui meglio usare la rapidità nel pensiero, nel modo di fare e di agire, piuttosto che una scomoda fretta. Questa la lascio per le cose fastidiose.

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