martedì 1 luglio 2014

Politica degli errori .

Fino a Seicento ?

La bici scorre sul lungomare. Più che una strada, sembra una via crucis. Superato il semaforo incontro Paolo, un saluto ed una considerazione “Coglione!”. Dopo il depuratore ed incrocio Claudia alla guida, dico tra me e me “Avanti un altro..”. Nei pressi di Torretta si vanno a sommare una serie di ricordi in negativo legati al luogo. Mi lascio convincere dalle parole dei radiocronisti alle cuffie e vado avanti.
Al ritorno, lasciato alle spalle un incidente, vedo una seicento tentennare nell'immissione in carreggiata. Sembra strano che proprio una piccola utilitaria tentenni al sopraggiungere di una bici per impegnare la corsia; in altre occasioni avrebbero inserito la prima e tagliata la strada .
Mi avvicino al mezzo. Riconosco il volto al volante, controllo il numero di targa e mi rendo conto che la volta precedente avevo sbagliato a segnarlo, dannate ultime lettere del codice. Mi fissa, come si fissa un fantasma passare . Mi domando “Perché?” ed è il preludio a tanti perché che si fanno strada nella coscienza.
Perchè non ho chiuso prima? Portare avanti per 2 anni una storia che non si sbloccava, non è che sia stata una gran scelta. Oggi in parte me ne pento, in parte mi incazzo con me stesso: una cosa morta va chiusa e basta. Forse ingenuamente credevo che si poteva riparare ed andare avanti, ma il silenzio di tomba non è che sia stato un grande aiuto. Sacrifici su sacrifici. Errori dietro errori, correzioni, passi indietro, riconoscimento di sbagli, scusa e poi per cosa? Per ritrovarmi il corpo devastato e la mente pronta a saltare.
Mettici l'essermi ridotto ad un topo in gabbia che appena ha avuto un briciolo di libertà se l'è svignata, non è che abbia concluso molto. Errori su errori.
Uno è stato anche con Lei, non appena vedevo che la situazione si sarebbe messa male, avrei dovuto chiudere, da entrambe le parti, ma il suo ricordo in quei 3 anni di inferno trascorsi, è come un dolce fiele che ammalia.
La notte passata assieme la porto dentro, come una notte tanto desiderata, voluta, cercata, l'essermi sciolto e mischiato in lei e con lei dopo tanta fame e miseria, assumeva guarda caso le sembianze di un porto sicuro dove approdai in periodo di burrasca e fame.

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