l 31 di Maggio ho incontrato Damiano, un caro amico, dalla barba argentea ma dallo spirito giovane. Purtroppo gli è venuta a mancare la sua compagna, una neoplasia se l’è portata via in meno di una settimana. Anche con lui si è aperta la discussione: l’AVIS dovrebbe fare.
Il “dovrebbe fare” in questione sarebbe la visita annuale di routine, ma subito osservo: con quali risorse umane? Vogliamo spremere il nuovo dottore appena arrivato? Bene, e come le organizziamo le visite? Quali priorità bisogna assegnare? Quali e quanti sono i soci effettivi? Chi li dovrebbe chiamare? Io? Ma se per i talassemici eterozigoti c’è stato un lavoro immane, iniziato l’anno scorso e che ancora deve finire?. Silenzio di pietra. Ci sarebbero tante cose da fare, ma invece delle tante persone necessarie, siamo in pochi.
Forse prendo tropo a cuore la causa dell’AVIS, forse sono troppo preciso nel fare, forse nel fare le cose ne vedo subito o quasi i passaggi necessari e mi assale un senso di sconforto quando chi mi parla lo fa tanto per parlare e non per realizzare, forse sono pessimista, forse sono meticoloso e scassa cazzo, o forse sono in una città ( Milazzo ) dove piace a tutti parlare, ma soprattutto criticare basta. Non saprei, ma comincio ad avere problemi nel trovarmi all’AVIS, o forse è Milazzo?
L’immagine appartiene al suo proprietario, di cui invito a visitare il blog: http://blog.loaz.com/timwang/
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